PCT: dalla newsletter del CNF indizi su una imminente "proroga mascherata" dell'entrata in vigore del deposito obbligatorio

Sulla recente newsletter n. 200 del Consiglio Nazionale Forense dell'11 giugno 2014 si legge quanto segue:

Un ringraziamento “per la forte e convinta adesione alla iniziativa del Tavolo Permanente per l’attuazione del Processo civile telematico e per la ricchezza dei contributi offerti”.

E una illustrazione dettagliata dei passi che dal 30 giugno in poi verranno compiuti verso la piena attuazione del Processo civile telematico tenendo conto della situazione degli uffici giudiziari.
Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha scritto oggi una lettera al Consiglio Nazionale Forense e agli altri enti che partecipano al Tavolo tecnico permanente sul PCT.

In questa lettera Orlando ha “fatto il punto” su quello che si può fare per far decollare la giustizia telematica a partire dalla data “simbolo” del 30 giugno prossimo “che segnerà anche un nuovo inizio nell’approccio del Ministero ai temi della informatizzazione avanzata dell’amministrazione della giustizia”.

Ed ha comunicato le sue determinazioni, assunte dopo gli esiti della prima sessione di incontri del tavolo permanente dopo aver ascoltato le posizioni di Avvocatura, Magistratura, Dirigenti amministrativi degli Uffici giudiziari, Avvocatura dello Stato. Nelle sue determinazioni, il guardasigilli ha anche condiviso a quanto sostenuto dal CNF in questi mesi che, anche tramite la Fondazione per l’innovazione l’informatica forense ha suggerito alcuni interventi tecnico-normativi per garantire una entrata in vigore del PCT ordinata e dunque il più possibile garantita per i cittadini.

Il CNF e la FIIF continueranno a sostenere gli avvocati in questo percorso, con i progetti informativi e formativi già avviati (Vademecum- Video tutorial e PodCast per una Guida semplice al PCT).

Percorso modulato per l’entrata in vigore della obbligatorietà. “Mantenendo fermo l’importante traguardo della obbligatorietà del processo telematico al 30 giugno” è il cuore della lettera, “condivido l’esigenza di un percorso più modulato dell’entrata in vigore.

Il prossimo 30 giugno, segnerà dunque, l’entrata in vigore dell’obbligatorie gestione telematico per l’intero procedimento monitorio (deposito ricorso e provvedimento del giudice) nonché per tutti gli altri procedimenti in relazione al deposito degli atti endo procedimentali per le cause iniziate alla stesa data”.

Per assicurare uniformità di servizi su tutto il territorio nazionale, scrive ancora il ministro, il deposito telematico sarà reso facoltativo anche nelle procedure pendenti indipendentemente da specifiche autorizzazioni di questo ministro.


Ebbene, è proprio quest'ultimo passaggio che non convince affatto, in quanto, apre chiaramente la strada ad un'obbligatorietà dei depositi telematici limitata ai soli giudizi introdotti dopo il 30 giugno 2014, lasciando per tutti gli altri già in essere a tale data la facoltatività.

A questo punto mi chiedo, considerato che in Italia c'è uno spaventoso arretrato giudiziario in materia civile e che milioni di processi sono già pendenti, a cosa serve stabilire l'obbligatorietà dei depositi telematici per i soli giudizi nuovi che per raggiungere lo stesso numero di quelli già in essere avranno bisogno di decenni ?

Quale spinta o interesse avranno i migliaia di colleghi sparsi sul territorio italiano ad utilizzare il sistema del processo telematico se in tutti i processi che seguono potranno continuare ad utilizzare il deposito tradizionale ?

Quale risparmio, sia in termini dei tempo che economici, avranno gli avvocati e gli uffici giudiziari se dovranno continuare ad utilizzare lo strumento cartaceo ?

Ed i magistrati ? Saranno incentivati ad utilizzare lo strumento informatico ?

La risposta probabilmente è una sola e cioè che attraverso tali soluzioni, ancora una volta, di fatto si realizzerà l'ennesima proroga che durerà per molti e molti anni ed ossia tutti quelli necessari a smaltire il contenzioso già esistente dove si potrà tranquillamente continuare ad utilizzare il tanto amato sistema "cartaceo".

Non solo, ma se così fosse si creerà anche un pericoloso doppio binario nel quale dovranno convivere all'interno del medesimo fascicolo atti depositati in forma cartacea ed atti depositati in forma telematica con prevedibili contestazioni ed eccezioni varie che certamente non gioveranno alla celerità del processo.

E ciò con buona pace di tutti i colleghi che si sono spesi per formarsi e per formare tanti altri colleghi in vista della prossima scadenza del 30 giugno.

Ma come sempre sarà stato tutto inutile. 

In Italia il progresso non avanza ed anzi è meglio arrestarlo, per non dare fastidio ai molti che preferiscono conservare, conservare, conservare....

Buon processo telematico a tutti


Commenti

  1. Non vedo questa proposta (se lo è - oltre la citata newsletter del CNF non ho visto altri fonti su questa notizia) del Guardasigilli così negativa. Ma a mio avviso dovrebbe, possibilmente sin dall'inizio, essere integrata subito con una seconda data (forse fra 6 mesi, realisticamente fra 1 anno) dalla quale entrerà in vigore il PCT anche per i processi pendenti. Con questa introduzione graduale si darebbe il tempo necessario a tutti (cancellerie, tecnici informatici, ma soprattutto avvocati) di imparare ed adeguarsi al nuovo sistema. E non tutto nell'arco di 15 giorni dopo il 30 giugno dove le risorse umane di supporto non si moltiplicheranno magicamente per supportare 250.000 avvocati. E senza che il rischio che la Corte Costituzionale nel 2020 (ca.) decida che n procedimenti del 2014 sono da considerarsi nulli per mancanza di possibilità di difesa.
    Saluti
    Bruno
    P.S.: sono un informati del settore legale, pertanto altamente interessato che il PCT entri in vigore. Ma il tutto è già una rivoluzione per il settore, dobbiamo cercare che non c'è la controrivoluzione.

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    1. Grazie per il tuo contributo. Pur condividendo i punti critici di un immediato avvio del pct come da te rilevato, mi pare necessario evidenziare che eventuali proroghe (come quella prospettata) se da un lato potrebbero aiutare nella risoluzione di alcuni problemi, dall'altro non incentiverebbero l'effettivo impegno da parte degli avvocati nell'accettare il nuovo sistema.
      E' da oltre un anno che insieme ad altri colleghi della commissione informatica del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Bari ci spendiamo per fare formazione in maniera disinteressata e gratuita a tutti i colleghi che ne abbiano bisogno, ma se da un lato vedo una buona partecipazione dall'altro continuo a sentire discorsi inaccettabili da parte di chi, invece, non intende in alcuna maniera aggiornarsi, accettando l'entrata in vigore dei depositi obbligatori.
      In questo contesto, pertanto, penso che le proroghe non faranno altro che aiutare non tanto chi si sta impegnando ed aggiornando quanto piuttosto chi non vuole farlo sapendo che (come spesso accade in Italia) c'è sempre una proroga pronta.
      In ogni caso qualunque soluzione va bene purchè si parta e si parta sul serio

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